Doping Tecnologico, UCI vuole investigare dopo le accuse di Gaimon a Cancellara
UCI pronta ad investigare riguardo le accuse di Phil Gaimon. Nel suo nuovo libro l’ex corridore statunitense si è detto convinto che Fabian Cancellara abbia fatto uso di un motore e ora David Lappartient vuole dare seguito a queste voci, per cercare di approfondire la questione. Una ricerca di informazioni che potrebbe essere tardiva, ma che sicuramente potrebbe essere utile nella misura in cui stabilire in maniera chiara la fondatezza di questi sospetti potrebbe aiutare a guardare avanti, smettendo di guardarsi indietro. Obiettivo dichiarato è dunque cercare di fare chiarezza per aumentare anche la credibilità dell’intero movimento, dissipando eventuali dubbi.
“Quel che poso dire al riguardo è che cercherò di avere più informazioni e investigheremo – commenta il nuovo presidente della federazione internazionale a cyclingnews – Indagheremo perché dobbiamo sapere esattamente cosa c’è dietro tutto questo. Ovviamente, come tutti, ho sentito delle voci, ma voglio saperne di più. Per questo indagheremo, è il nostro lavoro”.
Non potendo chiaramente precisare nulla ancora, il dirigente francese si augura comunque che le indagini possano risolvere la questione in maniera netta, dimostrando finalmente che “non sia mai successo nel ciclismo professionistico”. Il contrario, chiaramente, “sarebbe un disastro per l’immagine del ciclismo“. L’obiettivo di queste indagini è chiaramente riportare la fiducia dei fan, nei risultati e nell’UCI stessa, da tempo minata nella sua credibilità dai numerosi scandali e sospetti che si sono susseguiti negli anni.
Dopo aver annunciato che misure contro il Doping Tecnologico sarebbero state fra le priorità del suo mandato, il francese vuole subito provare a dare seguito a queste sue affermazioni. Consapevole che corridori e team manager in generale sembrano convinti dell’impossibilità di questa ipotesi nel presente, Lappartient si mostra tuttavia empatico verso tutto quel pubblico che ancora ha dei dubbi. Una situazione che vuole dunque cercare di chiarire.
“Voglio essere sicuro che questo problema non esista – aggiunge – Non posso andare a nessun incontro senza che mi si chieda qualcosa al riguardo, questo significa che è un tema reale. Un tema per quelli che non sono addentro a questo sport, anche se quelli che sono dentro ritengono che non lo sia. Quindi voglio che tutti possano essere rassicurati riguardo la validità dei controlli e che possano fidarsi dei risultati dei test effettuati durante le corse”.
Nei mesi scorsi erano infatti emerse alcune perplessità proprio riguardo i controlli effettuati dall’UCI, in particolare con una indagine che aveva analizzato il comportamento degli appositi tablet di controllo per l’individuazione di parti meccaniche aggiuntive all’interno della bici. Sin da allora Lappartient, allora non ancora presidente dell’UCI, aveva chiesto maggiori controlli. “Mi preoccupava l’idea che questo sistema fosse utile, ma non sufficiente – conclude – E continuerò a farmi sentire al riguardo. Voglio essere sicuro che nessuno stia barando con un motore. Questo è il compito dell’UCI, assicurarci che non sia il caso. Alla fine dell’anno o all’inizio di gennaio, faremo un annuncio riguardo cosa faremo per rafforzare i controlli dell’UCI”.
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